Orario di apertura
Il Museo del Fiume di Nazzano, dopo un periodo di chiusura per riallestimento, riapre al pubblico e riprende le attività didattico-divulgative. Dal martedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 17.00.
Per informazioni e chiarimenti contattare i numeri: 0765332002 int. 8 – 3356880515 oppure museodelfiume@libero.it
Visitate il sito dedicato agli insetti del Museo del Fiume di Nazzano: Insetti a Nazzano
“Pictor Imaginarius” L’Arte del Mosaico – XII Concorso Internazionale. Museo del Fiume, 22-28 maggio 2023
Al via la dodicesima edizione del Concorso Internazionale di Mosaico “Pictor Imaginarius” a Nazzano dal 22 al 28 maggio 2023.
Tante le attività in programma: stage di mosaico collettivo per la realizzazione e posa in opera di un grande mosaico, mostra delle opere in concorso nelle Sale Superiori del Museo del Fiume sabato 27 e domenica 28 maggio, conferenze di Luca Chiesura e Alessandro Lugari, concerti di Marco Penzavalli e World Spirit Orchestra, chiusura mostra e premiazione.
“Contratti di Fiume delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi”. Evento finale del progetto
A Nazzano sabato 27 maggio a partire dalle ore 10.30
Mostra “Vivere il Passato 2023. Ritratti di gruppo”
Si comunica che l’inaugurazione della Mostra “Vivere il Passato 2023. Ritratti di gruppo” si terrà dopo la Processione (anzichè alle ore 17.00 come precedentemente indicato) mercoledì 10 maggio 2023 in Largo Dante Alighieri a Nazzano.
Per l’occasione sarà aperto il Chioschetto dell’Associazione Giovani Fuoriclasse.
Vi aspettiamo!
Il Museo del Fiume partecipa al City Nature Challenge 2023: Rome, Italy
Il Museo del Fiume di Nazzano partecipa al City Nature Challenge 2023: Rome, Italy.
Vi invitiamo a fotografare il maggior numero di piante e animali dal 28 aprile al 1° maggio 2023 nell’area della Città Metropolitana di Roma e condividerle attraverso l’app o il portale di iNaturalist.
Chi volesse partecipare con noi potrà presentarsi a Nazzano, presso il Museo, il giorno 1° maggio a partire dalle ore 10.00 e prendere visione del programma della giornata che terminerà la sera con una Osservazione al lume di Falene e insetti notturni.
Tutte le attività in programma per l’evento Bioblitz:
Calendario bioblitz_2023_19 aprile
Martedì 25 aprile 2023 a Nazzano si è svolta la decima edizione del Festival della Bio e Geodiversità con eventi, mostre, laboratori interattivi per ragazzi, laboratori naturalistici e tanto altro. Il tema di quest’anno: “L’invasione degli alieni. I nuovi arrivati nella biodiversità italiana”.
Bando di concorso per la realizzazione di un’opera a Mosaico, ispirata al tema “Antichi fontanili: asino e cavallo all’abbeveraggio”
Il Comune di Nazzano pubblica il Bando di concorso per la selezione del miglior progetto per la realizzazione di un’opera a Mosaico, ispirata al seguente tema: “Antichi fontanili: asino e cavallo all’abbeveraggio”. Il bozzetto dovrà riferirsi ad una scena che fino al 1940 nel paese vedeva asini, muli e cavalli bere in una vasca di raccolta dell’acqua costruita in mattoni e dalla forma rettangolare.
“Nazzano Borgo del Mosaico Contemporaneo” è un percorso culturale che da anni sta portando avanti l’amministrazione locale in collaborazione con l’Associazione Pictor Imaginarius, organizzatrice assieme al Comune di Nazzano – Museo del Fiume del Concorso Internazionale di Mosaico contemporaneo.
Scadenza presentazione domande: entro le ore 12.00 del 29 aprile 2023.
Bando Bozzetto Mosaico 2023
Allegato 1
Pictor Imaginarius. XII Concorso Internazionale L’Arte del Mosaico
Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla XII edizione del Concorso Internazionale di Mosaico Pictor Imaginarius – l’Arte del Mosaico – che si terrà a Nazzano, presso il Museo del Fiume, dal 22 al 28 maggio 2023.
La scadenza per la presentazione delle domande è il 31 marzo 2023.
Regolamento PICTOR IMAGINARIUS 2023
Scheda Adesione ITA 2023
ENGLISH RULES PICTOR XI 2023
ENGLISH FORM PICTOR XI 2023
Museo del Fiume di Nazzano
Via Mazzini, 4
00060 Nazzano (RM)
Tel. 0765 332002 – Fax 0765 332710
Fiume d’Italia, a le tue sacre rive
Peregrin mossi con devoto amor
Il tuo nume adorando, e de le dive
Memorie l’ombra mi tremava in cor”
(Carducci, “Agli amici della Valle Tiberina”, 1867)
Il Museo del Fiume del Fiume di Nazzano è un museo a carattere naturalistico dedicato al fiume Tevere e legato alla Riserva Naturale Regionale Tevere-Farfa; si pone come obiettivo la sensibilizzazione del pubblico al rispetto e alla protezione dei corsi d’acqua non solo come risorsa per l’umanità, ma anche come patrimonio di inestimabile bellezza ed armonia da far giungere ai nostri figli.
Il “Museo del Fiume” supera i sistemi espositivi tradizionali e ne sviluppa di nuovi più stimolanti ed interattivi. Infatti, questa struttura è stata creata, anche grazie ai colori e ai materiali dell’allestimento che richiamano l’acqua, in modo da “immergere” il visitatore nella vita di un fiume. Il pubblico può, quindi, seguire l’andamento del corso d’acqua dalla sorgente alla foce, può scoprire, attraverso un divertente esperimento, quale tipo di suolo è più permeabile all’acqua, può camminare, senza bagnarsi, sul letto del fiume e scoprire che cosa l’acqua vi deposita. Ancora, il visitatore ha la possibilità di osservare da vicino alcuni degli animali del Tevere in acquari che ricostruiscono l’ambiente originario, può ascoltare i canti degli uccelli del posto e può ammirare dei filmati e delle diapositive sul fiume.
Inoltre, il pubblico scopre tutto un mondo di cui, generalmente, si ignora l’esistenza, ovvero la vita microscopica nel corso d’acqua. Infatti, proprio come se si osservasse attraverso una potentissima lente d’ingrandimento, i diorami del Museo permettono di esplorare, ad esempio, la “giungla” di organismi che vivono in una goccia d’acqua o tra i ciottoli del letto del fiume. Si possono, sempre tramite i diorami, conoscere i collemboli, minuscoli insetti saltatori che si possono scorgere su di una pianta chiamata lenticchia d’acqua, oppure scoprire come è fatta una larva di libellula.
Da non dimenticare, infine, le ricostruzioni storiche che spiegano l’importanza che ha sempre avuto il fiume per le popolazioni umane che abitano nelle sue vicinanze e le testimonianze sull’impatto antropico.
Questo Museo è stato concepito non come una semplice area espositiva, ma come un vero centro culturale e un polo scientifico a disposizione dei cittadini. Il Museo, quindi, ospita in una grande sala creata appositamente numerose mostre temporanee, mette a disposizione del pubblico esperti naturalisti per visite guidate delle aree espositive e organizza attività didattiche con le scuole.
Il Museo del Fiume è stato istituito nel 2000, grazie anche all’apporto di un comitato tecnico-scientifico, ed è diviso in quattro zone: la Sezione Naturalistica, la Sezione Archeologica, la Sala Esposizioni Temporanee e la Sala Polifunzionale.
La Sezione Naturalistica è utilizzata preminentemente a scopi didattici, riuscendo però a dare ai visitatori un’offerta conoscitiva particolare, attrezzata con tecniche innovative (microscopi scientifici, monitor, foto 3D, etc.), ed è dedicata allo studio della flora e della fauna nelle vicinanze del Tevere; la Sezione Archeologica si trova invece in un piano interrato del museo ed è stata realizzata con l’acquisto di alcune antichissime grotte sottostanti. Possiede un valido patrimonio espositivo, con reperti e fossili provenienti non solo da Nazzano, ma da tutta la Media Valle del Tevere, con particolari riferimenti all’area di Lucus Feroniae, che comprendeva anche Nazzano; la Sala Esposizioni Temporanee è un grande spazio con pareti di vetro per esporre, percorsi guidati e grandi vetrate che danno sulla piazza della Rocca; per questo viene spesso usata per mostre organizzate da artisti locali, dalle associazioni e dal Comune stesso; infine, la Sala Polifunzionale.
Il costo del biglietto d’ingresso è di 1 Euro.
Collocato al centro del paese, il Museo del Fiume è un piccolo gioiello dedicato alla scoperta dei segreti del Tevere; dagli aspetti geologici che caratterizzano la sua valle, alle piante e agli animali che lo popolano, fino al suo legame con le comunità o ai problemi dell’inquinamento. Microscopi che ingrandiscono sabbie colorate, gocce d’acqua in cui vivono minuscoli abitanti, ricostruzioni di habitat fluviali, una collezione ornitologica di specie locali e perfino un percorso all’interno di una grotta, garantiscono un visita ricca di suggestioni e di indizi per esplorare la Riserva da veri naturalisti.
Il Museo del Fiume di Nazzano fa parte del Sistema Museale RESINA
RESINA, la REte SIstemica NAturalistica della Regione Lazio, è un sistema tematico dedicato ai musei naturalistici di competenza regionale. Promuove la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio museale e ambientale, coordinando azioni di sinergia tra i singoli musei e favorendo l’attivazione di partnership con le diverse realtà del territorio. E’ un sistema tematico dedicato ai musei scientifico – naturalistici presenti sull’intero territorio del Lazio. In base alla legge regionale n. 42 del 1997, si rivolge a musei, centri espositivi e piccoli poli interpretativi che appartengono agli enti locali e ad enti o aziende regionali.
Il Sistema è coordinato dall’Ufficio Musei e Archivi Storici della Regione Lazio. Promuove la conservazione, l’incremento e la valorizzazione dei beni scientifico-naturalistici e lo sviluppo di attività di ricerca e monitoraggio della biodiversità. Sostiene l’azione educativa e comunicativa dei musei sul territorio e promuove la conoscenza degli aspetti naturalistici più caratteristici del Lazio.
Servizi del Museo:
Visite guidate
Attività didattiche
Accesso per disabili
Sala conferenze/convegni
Spazio espositivo per mostre temporanee
Link di approfondimento:
Cooperativa Le mille e una notte
Indirizzo: Via Mazzini 4, 00060 Nazzano (Rm).
Orario: dal martedì al sabato ore 9,30-17,00.
Per informazioni o prenotazioni negli altri giorni scrivere a museodelfiume@libero.it
Pagina Facebook del Museo: Amici del Museo del Fiume
https://www.facebook.com/amicidelmuseodelfiume/
Sistema Museale RESINA
Sistema Museale RESINA
Musei RESINA
https://www.facebook.com/MuseiResina/
Costo solo ingresso Museo 1 Euro
Costi aggiuntivi per visite guidate e laboratori, in questo caso si prega di contattare la Cooperativa sociale “Le Mille e una notte” Tel./Fax 06 86210833 – mail: scuola@lemilleeunanotte.coop – msg w/app 393.9257830
IL MUSEO
La struttura, attiva sin dal 2002, è una realtà legata all’interpretazione e alla valorizzazione scientifica dell’Area Protetta Regionale di Nazzano, Tevere-Farfa. Il percorso illustra la vita di un fiume, il Tevere, attraverso le sale di geologia, botanica, zoologica e attività antropiche. Nei suoi 1.000 mq circa oltre ai percorsi espositivi, consta di una sala Polifunzionale, una sala Mostre Temporanee, un percorso ipogeo all’interno di cavità artificiali, una sala collezioni. Oltre alle attività didattiche sono una realtà gli appuntamenti a cadenza annuale, quali: Festival della Bio e Geodiversità, Mostra multimediale Vivere il Passato, Concorso e Mostra di Artigianato Artistico, Concorso Internazionale di Mosaico “Pictor Imaginarius”, Mostra Vivere il Presente, Mercatino di Natale.
Il museo comprende quattro sezioni – naturalistica, archeologica, sala esposizioni temporanee e sala polifunzionale – ed è progettato con la finalità di far conoscere l’ecosistema fluviale in ogni suo aspetto e particolarità. L’allestimento comprende microscopi, acquari, filmati e diorami ed ha un taglio fortemente didattico.
Quanto alla sezione archeologica, si trova al piano interrato ed è stata realizzata con l’acquisto di alcune antiche grotte sottostanti: reperti e fossili provengono non solo da Nazzano ma da tutta la media valle del Tevere, con particolare riferimento all’area di Lucus Feroniae che comprendeva anche Nazzano.
Il percorso Museale
Ingresso Museo – Sala Geologica – Sala Botanica – Sala Zoologica (piano terra) – Le Grotte – Sala Mostre Temporanee – I Laboratori – Sala Paleontologica – Sala Zoologica (1° Piano) – Il Greto – Raccolta Ornitologica
Storia del Museo
Il Museo del Fiume è situato ai piedi del Castello Savelli nel centro storico di Nazzano. E’ nato per volontà dell’Amministrazione Comunale, quella stessa che nel 1979 favorì la creazione della Riserva Naturale Tevere-Farfa (prima area protetta naturale regionale del Lazio), il Museo del Fiume è stato realizzato a partire dal 2000 grazie a fondi comunitari e finanziamenti regionali e provinciali. Le mura e gli spazi del Museo un tempo erano i granai ed i vecchi magazzini del castello.
Il Museo del Fiume è stato istituito nel 2000, grazie anche all’apporto di un comitato tecnico-scientifico. Superficie struttura: 1.000 mq circa. Appartenenza al Sistema tematico regionale RE.SI.NA. Servizi: Visite guidate Attività didattiche Sala Polifunzionale – Teatro Comunale, Sala Mostre Temporanee. Collocato al centro del paese, il Museo del Fiume è un piccolo gioiello dedicato alla scoperta dei segreti del Tevere; dagli aspetti geologici che caratterizzano la sua valle, alle piante e agli animali che lo popolano, fino al suo legame con le comunità o ai problemi dell’inquinamento. Microscopi che ingrandiscono sabbie colorate, gocce d’acqua in cui vivono minuscoli abitanti, ricostruzioni di habitat fluviali, una collezione ornitologica di specie locali e perfino un percorso all’interno di una grotta, garantiscono un visita ricca di suggestioni e di indizi per esplorare la Riserva. Ubicato all’interno degli ambienti esterni utilizzati per la logistica della vita del Castello Savelli, il Museo del Fiume si articola in varie sezioni a spiccata vocazione didattica, create in funzione dell’approfondimento di temi legati all’ecosistema fluviale: a partire dall’analisi della morfologia del territorio, dei fenomeni geologici caratteristici del bacino del Tevere, illustrati mediante pannelli esplicativi, modelli ed esposizione di materiale lapideo proprio dell’area, per arrivare all’individuazione di tutti i più importanti aspetti della vita vegetale e animale che ne caratterizzano l’habitat. Un’interessante sezione affronta la lettura dell’ecosistema in rapporto ai principali fenomeni di antropizzazione; da segnalare anche la raccolta ornitologica incentrata sulle principali specie di uccelli di passo presenti nel territorio della Riserva Naturale Regionale di Nazzano Tevere Farfa. Suggestive sono le grotte scavate nella arenaria marina ospitanti un percorso paleontologico.
La struttura museale consta di una Sala Mostre Temporanee e una Sala Polifunzionale che permettono lo svolgersi di diverse attività da quelle culturali a quelle sportive e ricreative.
Piano terra: Sala geologia, Sala botanica, Sala zoologica
Sale primo piano: sale archeologiche
Sezione paleontologica
Sala geologia: è la prima sala del Museo del Fiume e racconta, attraverso il profilo d’equilibrio del fiume Tevere, come questo importante agente di modellamento trasforma il territorio che attraversa. Sala botanica: a partire da una goccia d’acqua di fiume, ingrandita 1.000 volte, ci si addentra negli adattamenti che le piante terrestri hanno sfruttato per colonizzare l’ambiente sommerso delle acqua dolci. Sala zoologica: il percorso racconta dei problemi e degli adattamenti che molti animali, specialmente insetti, hanno affrontato e risolto per colonizzare l’ambiente acquatico, uno tra tutti come respirarvi restandovi immersi. Nel percorso non mancano i richiami ad altri temi quali il rapporto tra prede e predatori, tra forme e funzioni o alla biodiversità. Sale primo piano: sale archeologiche. Le due sale archeologiche, anche se in attesa di materiali da esporre, raccontano la vita del territorio dai primi insediamenti preromani sino al periodo Medievale. Sale primo piano: sale zoologiche. Dopo essere saliti per una scala a spirale fiancheggiata da diverse specie di uccelli naturalizzati a testimonianza dei diversi livelli alimentari presenti negli ambienti della Riserva Naturale di Nazzano Tevere – Farfa, si possono raggiungere tre ambienti dedicati al delicato rapporto tra uomo e fiume, alla forme di vita che lo popolano, attraverso acquari e collezioni ornitologiche. Sezione paleontologica: utilizza, per raccontare la storia del recente passato geologico dell’area, una preesistente grotta realizzata dall’uomo circa 400 anni fa scavata nelle sabbie marine cementate su cui poggia l’intero edificio museale e vi si possono ammirare i fossili del luogo.
Sala geologica
CARTA D’IDENTITA’ DEL FIUME TEVERE
Nome latino: Tiber. Nome italiano: Tevere. Luogo di nascita: sorgente “Le Vene” Monte Fumaiolo, Appennino Tosco-Emiliano, regione Emilia Romagna. Altezza della sorgente: 1268 m s.l.m. Lunghezza reale dell’asta principale: 405 km. Distanza in linea retta fra la sorgente e la foce: 225 km. Principali affluenti di destra: il Nestore, il sistema fluviale Chiani-Paglia ed il Treia, Principali affluenti di sinistra: il sistema Chiascio-Topino, il sistema Salto-Turano-Velino-Nera, e l’Aniene. Estensione del bacino idrografico: 17.156 km2. Portata media a Roma: 225 m3/s. Luogo d’arrivo: Mar Tirreno, litorale romano, con foce a delta bialare. Segni particolari: lungo le sue sponde è sorta e si è sviluppata la cultura italica.
Il fiume Tevere, lungo 405 chilometri, è stato fin dai tempi più remoti una importantissima via di comunicazione per gli uomini del neolitico, per gli antichi romani e per i pellegrini che si recavano a Roma in occasione dei giubilei. E’ stata anche linea di confine tra culture diverse: nella sponda destra con gli Etruschi e sulla sinistra con i Sabini e i Latini.
Il Tevere è anche importante come tratta migratoria per molti uccelli, che ogni anno si spostano dall’Africa all’Europa e viceversa.
IL FIUME
Un fiume si forma in seguito alla raccolta delle acque sorgive e meteoriche e di quelle provenienti dallo scioglimento di nevi e ghiacci su una porzione di superficie terrestre. Un sistema fluviale è costituito dall’insieme di un fiume principale e dei suoi tributari, cioè i corsi d’acqua che in esso confluiscono. Il bacino imbrifero o idrografico è l’area che raccoglie e convoglia le acque di pioggia verso lo stesso corso principale. Tale bacino viene delimitato dalla linea spartiacque che unisce le creste del bacino in cui vengono convogliate le acque di deflusso superficiale separandolo dai bacini adiacenti. All’interno del bacino si sviluppa il sistema fluviale o reticolo idrografico, formato dal corso d’acqua principale e dagli affluenti.
IL MODELLAMENTO FLUVIALE
L’attività del fiume, dalla sorgente alla foce, si esplica attraverso tre fondamentali processi: erosione, trasporto e sedimentazione. – L’erosione è un processo distruttivo dovuto essenzialmente all’azione fisica, come l’abrasione o la cavitazione, e chimica come la dissoluzione. L’erosione ha sempre andamento regressivo; questo significa che si sposta progressivamente da valle verso monte. – Il trasporto è il processo che comprende il trascinamento, la saltazione e il rotolamento di sabbie e ciottoli lungo il fondo del fiume; la sospensione e la soluzione per le particelle più sottili; il galleggiamento per il materiale più leggero dell’acqua. Tutto il materiale trasportato costituisce il “carico” di un fiume, esso è massimo durante le inondazioni. Sebbene i fiumi scorrano solitamente con una velocità compresa tra 1 e 3 km/h, essi possono prelevare e trasportare materiali già alla velocità di 0,1 km/h. La deposizione o sedimentazione è il processo costruttivo del modellamento fluviale. Tale processo ha luogo lungo tutto il corso del fiume, ed in modo particolare là dove l’energia della corrente è inferiore all’energia necessaria a vincere l’attrito sul fondo e sulle sponde e a trasportare i materiali. E questo avviene ad esempio nelle zone dove si ha una marcata diminuzione della pendenza del letto del fiume, dove un fiume si immette in un lago o nel mare, dove l’alveo si allarga diminuendo la velocità o dove un fiume attraversa una regione arida diminuendo conseguentemente la portata. Il materiale depositato si presenta solitamente sotto forma di banchi lungo le curve o al centro dell’alveo.
Il PROFILO D’EQUILIBRIO
Eseguendo un profilo topografico lungo tutta la lunghezza dell’alveo si ottiene la curva di fondo o profilo longitudinale, su questa parete è rappresentato quello del fiume Tevere. La forma di questa curva, concava verso l’alto, dipende dalle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche presenti lungo il corso del fiume e permette di individuare le aree dove avvengono prevalentemente i fenomeni di erosione e le zone dove prevalgono invece i processi di sedimentazione. Ogni corso d’acqua tende a stabilizzarsi attorno ad una condizione media di equilibrio dinamico, detto profilo d’equilibrio, un compromesso tra i processi di erosione e di sedimentazione. Tale profilo tuttavia è in continua evoluzione poiché a monte l’erosione ne provoca l’abbassamento mentre a valle la sedimentazione ne causa l’allungamento. Il principale vincolo all’evoluzione del profilo d’equilibrio è rappresentato dal suo livello di base che coincide per ogni fiume con la quota della foce a mare o in un lago.
IL PAESAGGIO FLUVIALE
Il corso del fiume, dalla sorgente alla foce, comprende stadi diversi e paesaggi tipici che sono il risultato dell’azione di modellamento fluviale. Nel corso superiore del fiume (zona montana), a elevati valori di energia, sia potenziale che cinetica, fa riscontro una erosione verticale molto attiva e la valle che ne risulta è stretta e profonda ed ha un profilo a forma di V. Se l’erosione è particolarmente rapida si ha la formazione di forre, profonde e ristrette incisioni con pareti verticali. Nel medio corso del fiume (zona pedemontana), l’erosione è sviluppa maggiormente in direzione orizzontale che verticale e il profilo della valle tende ad assumere una forma di una V più aperta, i fondovalle sono larghi e a pendenza poco pronunciata. Nel basso corso (zona alluvionale), il fiume deposita molto materiale, scorrendo con pigri meandri in una pianura alluvionale quasi piatta. In un meandro si distinguono una sponda concava, dove la corrente fluviale erode, e una sponda convessa, in prossimità della quale deposita. Allorché un fiume sbocca in un lago o nel mare, si ha un abbandono più o meno rapido del materiale in sospensione, il cui deposito dà luogo al delta, un deposito sedimentario dalla caratteristica forma a ventaglio che ricorda l’omonima lettera dell’alfabeto greco. In particolare un delta si forma quando il fiume riversa alla foce quantitativi di materiale superiori a quelli che il moto ondoso, le maree e le correnti riescono a disperdere. I sedimenti deltizi sono costituiti da ghiaie, sabbie e limi argillosi che si alternano, nella sedimentazione, in risposta alle variazioni di portata che il fiume subisce nel tempo.
L’ACQUA ATTRAVERSO LE ROCCE
Della quantità di acqua meteorica che arriva a terra dopo una precipitazione, solo una porzione si infiltra nel sottosuolo per defluire, più o meno lentamente, verso il livello di base. Le sorgenti rappresentano i punti di affioramento di queste acque. Le acque di infiltrazione seguono percorsi idrici sotterranei governati dalla natura e dalla tettonica degli strati rocciosi. Nel loro movimento verso il livello di base le acque, fondamentale risulta la capacità delle rocce di lasciarsi attraversare dall’acqua per porosità o per fessurazione e la direzione, l’immersione e la pendenza degli strati. È così possibile che parte delle acque infiltratesi in un particolare bacino idrografico defluiscano in altri bacini ad esso attigui poiché gli spartiacque geologici e il relativo bacino sotterraneo, detto bacino idrogeologico, non coincidono con quello di superficie.
Sala botanica
ALLA CONQUISTA DELL’ACQUA
Le Alghe e numerosi altri organismi non si sono allontanati dall’ambiente acquatico, nel quale la vita stessa prese origine, ma le piante più evolute che oggi osserviamo nei mari, nei fiumi e nei laghi derivano da forme terrestri riadattatesi secondariamente all’acqua. Nelle piante acquatiche si trovano infatti alcune semplificazioni nella struttura dei loro organi (fusti, radici, foglie, fiori) rispetto alle “parenti” terrestri. Le piante d’acqua dolce infatti non hanno bisogno di tessuti di sostegno poiché la spinta dell’acqua stessa le sorregge, non hanno tessuti di riserva per l’acqua né rivestimenti come le cere e i peli che impediscono la disidratazione e che sono invece spesso molto evidenti nelle piante che vivono in climi aridi. Nell’ambiente acquatico le piante devono risolvere il problema della respirazione e per questo possiedono fusti e radici generalmente cavi e/o dotati di un tessuto aerato detto parenchima aerifero, che consente gli scambi gassosi fra le cellule anche sotto l’acqua; inoltre per resistere alla corrente presentano foglie sommerse di forma idrodinamica.
IL BOSCO RIPARIALE
Il bosco ripariale è costituito da piante accomunate dall’esigenza di disporre, per svilupparsi, di ambienti in cui vi sia acqua in abbondanza. Lungo il Tevere i boschi ripariali sono presenti in modo ormai discontinuo e quelli “secolari” sono da considerarsi una vera rarità. I terreni di fondovalle in cui scorrono fiumi e torrenti sono infatti così fertili che l’uomo li ha da sempre disboscati per spingersi con le sue coltivazioni sino alle sponde. Nei greti dei corsi d’acqua, si associano spontaneamente Salici, Pioppi e Ontani. Molti di questi alberi hanno una grande capacità rigenerativa e di dispersione. Rami divelti di salici e di pioppi, trasportati dall’acqua, possono dare origine a nuovi individui emettendo rapidamente le radici. Enormi quantità di piccoli semi dotati di una peluria che ne permette sia il trasporto per mezzo del vento sia il galleggiamento, assicurano agli alberi del bosco ripariale la possibilità di colonizzare rapidamente nuove aree lungo il fiume.
Sala zoologica (piano terra)
RESPIRARE
Alcuni animali sono in grado di assumere direttamente l’ossigeno disciolto nell’acqua per respirare, sia attraverso la superficie corporea sia con le branchie, organi specializzati particolarmente evidenti nei pesci e nelle larve degli anfibi. Negli stadi larvali di alcuni insetti acquatici l’ossigeno passa dall’acqua in alcuni canalicoli respiratori attraverso delle speciali espansioni laminari del corpo. Molte specie, però, non avendo organi per la respirazione nell’acqua, usano delle riserve di ossigeno per resistere il più possibile sommersi: mammiferi come la Lontra e la Nutria trattengono l’aria direttamente nei polmoni; alcuni invertebrati sfruttano delle bolle che vengono rinnovate periodicamente; altri invece sono provvisti di tubi o sifoni con i quali rimangono collegati con il pelo dell’acqua.
LIBELLULE
Tra i più tipici rappresentanti della fauna fluviale vi sono le Libellule. Come per tutti gli insetti, il loro ciclo vitale si compie passando attraverso una serie di stadi larvali che precedono la fase adulta. Le larve, acquatiche, sono delle abili predatrici che sfruttano la loro capacità di rimanere immobili confondendosi tra il detrito del fondo o la vegetazione. Al passaggio di una preda sono però in grado di scattare improvvisamente e di afferrarla per mezzo di una struttura a forma di pinza che si trova nell’apparato boccale. Possono cibarsi sia di piccoli crostacei e larve di altri insetti sia di girini. Le larve, giunte al termine dell’accrescimento, si arrampicano lungo gli steli delle piante acquatiche e fuoriescono in superficie, dove attenderanno di liberarsi della cuticola larvale per trasformarsi definitivamente in adulti. Questi sono potenti volatori e mantengono abitudini alimentari di tipo predatorio, utilizzando l’eccellente vista di cui sono dotati per individuare altri insetti e catturarli in volo.
GLI ANFIBI TRA GLI INSETTI
I fiumi non sono soltanto il regno di pesci e uccelli, ma soprattutto di moltissimi invertebrati. Oltre a numerosi vermi e molluschi, una quota consistente della vita animale è rappresentata dagli insetti. Tra questi, i più caratteristici sono quelli che nel corso della loro metamorfosi cambiano letteralmente “vita”, dal momento che si trovano sul fondo dei fiumi allo stadio larvale e fuori dall’acqua in quello adulto. Il ciclo vitale delle Effimere è assolutamente particolare: durante la lunga fase larvale, che può durare anche alcuni anni, si dedicano all’alimentazione, mentre da adulte n 1 vivono in genere pochissimo: appena il tempo di riprodursi. La forma del corpo delle larve è più o meno appiattita a seconda che si tratti di specie proprie di acque correnti veloci o lente. Le larve dei Plecotteri n 2 si nutrono solitamente di detriti e prediligono acque pulite e bene ossigenate. Gli adulti n 3 presentano una notevole varietà di costumi alimentari. La più nota caratteristica delle larve dei Tricotteri è quella di vivere all’interno di astucci protettivi da loro stesse costruiti con i materiali più vari (pietruzze, detriti vegetali, conchiglie, etc.). Gli adulti n 4 non sono in grado di nutrirsi, ma possono occasionalmente assumere acqua o altre sostanze liquide. Poiché il grado di tolleranza dei vari invertebrati all’inquinamento delle acque varia da specie a specie, questi animali sono molto sfruttati come bioindicatori: analizzando l’insieme delle specie presenti è infatti possibile determinare la qualità dell’acqua e lo stato di salute dei vari tratti di un fiume.
BIODIVERSITA’
Normalmente si intende per biodiversità la varietà della vita in un ambiente o in una determinata zona. Un modo semplice per valutarla è quello di prendere in considerazione il numero di specie viventi in un’area. Poiché ogni specie presenta una particolare strategia di vita e svolge un ruolo esclusivo nell’ambiente, il numero di specie che coesistono in un’area dipenderà dalle possibilità che vi saranno di svolgere “mestieri” differenti. Tra i tanti fattori in grado di promuovere la biodiversità, uno dei più importanti è quindi rappresentato dalla complessità dell’ambiente stesso. Infatti, quanto più questo sarà ripartito in diverse situazioni microambientali, tante più possibilità vi saranno per l’insediamento di specie con particolari esigenze e ruoli ecologici. Gli ecosistemi con maggiore biodiversità presentano spesso una notevole complessità verticale: è come se fossero costituiti da strati che, sovrapponendosi, favoriscono la presenza di un elevato numero di specie. Nel fiume, ad esempio, le condizioni ambientali variano molto dal basso verso l’alto: vi sono perciò organismi che dimorano sul fondo n 1, alcuni che nuotano nella massa d’acqua, altri che vivono addirittura sul pelo dell’acqua n 2, sfruttandone la tensione superficiale n 3, ed altri ancora che occupano lo spazio aereo sovrastante.
PREDE E PREDATORI
Affinché una comunità di organismi rimanga stabile nel suo complesso è necessario che nessuno di essi prenda il sopravvento in seguito ad un incremento demografico incontrollato. Il fenomeno della predazione è perciò molto importante, giacché con il prelievo di alcuni animali da parte di altri vengono mantenuti rapporti numerici costanti fra le varie specie. Per quanto possa sembrare strano, la predazione risulta indirettamente vantaggiosa anche per le stesse prede; infatti, se queste venissero lasciate libere di riprodursi senza alcun freno, in poco tempo diverrebbero così abbondanti da esaurire le proprie risorse alimentari. In tal caso, non disponendo più di cibo, gli individui potrebbero morire di fame. Gran parte delle relazioni alimentari tra gli animali del fiume sono delle interazioni tra prede e predatori.
CATENE ALIMENTARI
Come senza energia non possono funzionare le macchine, così tutto l’insieme degli organismi che popola un ambiente si sostiene grazie a trasferimenti energetici. Le piante sono le uniche in grado di utilizzare direttamente l’energia solare per le loro esigenze vitali, mentre gli animali sono obbligati ad assumere cibo. Questo, infatti, altro non è che energia intrappolata sotto forma di legami chimici, la quale viene poi liberata nell’organismo tramite la digestione. Alcuni animali, i cosiddetti erbivori, possono cibarsi direttamente delle piante; altri, invece, i predatori, si sono specializzati nel catturare e nel mangiare i primi; altri ancora sono predatori dei predatori. Anche se possono esistere i predatori dei predatori dei predatori, il numero di passaggi di una catena alimentare non è infinito, ma al contrario risulta sempre piuttosto limitato. Il motivo di questa brevità risiede nel fatto che, ad ogni passaggio, la quantità di energia effettivamente trasferita è sempre molto modesta, con la conseguenza che ne rimane poca disponibile per gli ultimi anelli della catena. Poiché il nutrimento rappresenta una risorsa essenziale per la vita, molti organismi si sono adattati a sfruttare ogni possibilità per alimentarsi. Un ruolo importante è svolto dai decompositori, i quali, consumando i resti e le scorie di altri animali e vegetali, evitano tra l’altro che queste si accumulino nell’ambiente. I parassiti utilizzano invece piccole quantità di energia vivendo direttamente alle spese di altri organismi viventi.
FORMA E FUNZIONE
Vi è sempre un limite al numero di specie che possono coabitare in una stessa area; infatti, quando un ambiente comincia ad essere troppo affollato si innescano fenomeni di reciproca competizione, ad esempio per il cibo o semplicemente per lo spazio. Un modo in cui le specie possono attenuare il “fastidio” che si danno l’un l’altra è quello di sfruttare risorse alimentari differenti, diversificando quanto più possibile le proprie abitudini. Alla base della diversità di forme che si riscontra nel mondo animale c’è spesso l’esigenza di specializzarsi per particolari strategie di alimentazione. Le differenze nelle forme del becco degli uccelli che frequentano fiumi e corsi d’acqua rispecchiano i diversi modi in cui le specie si procurano il cibo. Il Martin pescatore (Alcedo atthis) n 1 si lancia nell’acqua per catturare i pesci, con il suo becco lungo e aguzzo. La Folaga (Fulica atra) n 2 che possiede un becco piuttosto morbido e sensibile esplora la fanghiglia alla ricerca di piccoli invertebrati. Il becco degli uccelli limicoli n 3, molto sottile e appuntito, viene usato come uno strumento di precisione per prelevare gli animaletti lungo le sponde.
Sala zoologica (primo piano)
CANTANDO CON IL FIUME
Molte specie animali comunicano tra loro per mezzo del canto. Le emissioni sonore, particolarmente utilizzate dagli uccelli ma anche da moltissimi anfibi e insetti, sono in genere prerogativa del sesso maschile. Con il canto, infatti, i maschi cercano essenzialmente di attirare le femmine e di intimorire gli altri maschi. Un canto fornisce in primo luogo indicazioni sulla specie di chi lo emette ma anche molte altre informazioni, riguardanti soprattutto lo stato di salute dell’individuo, la sua predisposizione ad accoppiarsi e a difendere il territorio. Gli anfibi anuri, cioè privi di coda allo stadio adulto come rane, ululoni, rospi n 1 e raganelle n 2-3, producono suoni soffiando l’aria attraverso le corde vocali e usando parti della cavità boccale come sacchi di risonanza. Talvolta può capitare di ascoltare lungo il fiume i gracidii di moltissimi individui che si sovrappongono. Sebbene all’orecchio umano tali canti possano risultare molto simili, le varie specie di anfibi coinvolte sono in grado di riconoscersi perfettamente tra loro e di corteggiare i giusti partner.
ANFIBI
Pur prediligendo stagni e laghi, numerosi anfibi vivono in canali e fiumi con acque che scorrono lentamente e negli ambienti limitrofi. Tra i rappresentanti più caratteristici vi sono senz’altro le rane, delle quali si conoscono due gruppi principali di specie, quello delle rane verdi n 3 e quello delle rane rosse n 4. Le prime rimangono in stretta associazione con l’acqua anche da adulte, tuffandosi in essa in caso di pericolo. Le seconde sono più terricole, ma tornano all’acqua per la riproduzione. Le larve degli anfibi hanno infatti uno sviluppo obbligatoriamente acquatico.
PESCI
Le caratteristiche fisiche e chimiche di un fiume variano molto dalla sorgente alla foce. Lungo il corso si sviluppa pertanto una notevole diversificazione ecologica che condiziona il tipo degli organismi che possono vivere nei singoli tratti. La velocità della corrente ha una notevole influenza sulla forma di animali nuotatori come i pesci. Questi, infatti, devono potersi muovere in un mezzo denso come l’acqua, limitare la resistenza che questa oppone al loro avanzamento e controllare l’orientamento e la direzione del corpo. Nel corso superiore di un fiume l’acqua scorre molto rapidamente e pertanto si troveranno di preferenza specie dalla forma altamente idrodinamica come alcuni Salmonidi. Nei tratti a valle l’acqua è molto meno veloce e potranno insediarsi anche specie dal corpo meno affusolato e con pinne più sporgenti come Alborelle n 2, Barbi, Tinche e Carpe. Oltre alla forma, l’evoluzione ha premiato ogni possibile adattamento per ridurre al minimo la resistenza all’avanzamento nell’acqua. Per limitare le turbolenze che si potrebbero verificare con asperità e sporgenze dalla superficie corporea, le specie che vivono nelle correnti più intense sono di solito ricoperte da un sottile strato di muco, particolarmente evidente nella Trota n 1 (Salmo trutta). L’inquinamento provocato dalle attività dell’uomo sta gravemente compromettendo la qualità delle acque fluviali e alterando profondamente il popolamento di pesci. Oltre ad alcune specie che vengono colpite direttamente, altre risentono degli scompensi che si vengono a determinare a carico degli organismi di cui si nutrono.
RETTILI
In Italia mancano ovviamente alligatori e coccodrilli, ma anche nel nostro territorio vi sono dei rettili che frequentano fiumi, soprattutto a corso lento, ed altri ambienti acquatici. La Biscia dal collare (Natrix natrix) è, assieme ad altre specie affini, uno dei serpenti che più facilmente si possono osservare mentre nuotano alla ricerca di prede. A differenza delle testuggini di terra, anche la Tartaruga d’acqua (Emys orbicularis) è tendenzialmente carnivora ed attacca una grande varietà di animali acquatici.
SALE ARCHEOLOGICHE
Un’ulteriore, piccola sezione, quella archeologica, inquadra e documenta le principali fasi storiche del popolamento della zona e le vicende che sottesero all’origine del centro abitato di Nazzano, ripercorrendo i momenti salienti, dalla preistoria al medioevo, dell’insediamento umano nella media valle del Tevere.
Sala paleontologica
I FOSSILI DI NAZZANO
Anche Nazzano, come molti dei paesi che si affacciano lungo la valle del Tevere, ha nel proprio territorio degli interessanti affioramenti fossiliferi. Per la maggior parte dei casi i fossili appartengono ad organismi marini costieri sia di grandi, sia di piccole dimensioni, da 10 cm a pochi millimetri, vissuti proprio qui, quando c’era ancora il mare. Sebbene oggi il mare sia lontano dal luogo dove ci troviamo, le testimonianze della sua presenza sono frequenti e facilmente osservabili. Difatti, laddove le sabbie marine sono visibili, grazie all’erosione fluviale prima e a quella eolica poi, è possibile incontrare i resti dei gusci di grandi bivalvi filtratori: le ostriche, appartenenti al genere Ostrea. In questa antica grotta, come in molte altre qui scavate dall’uomo, le sabbie svelano i loro tesori nascosti da millenni.
COS’E’ UN FOSSILE?
Un fossile è un qualunque resto o traccia di un qualsiasi organismo vissuto in epoche geologiche passate e giunto fino ai nostri giorni conservato all’interno di rocce, spesso di origine sedimentaria. Le lunghe e complesse trasformazioni che permettono ad un organismo, dopo la morte, di fossilizzarsi prendono il nome di processi di fossilizzazione. Tra questi si ricordano quelli di mineralizzazione, inclusione o ancora incrostazione. Poiché molto spesso alcuni di questi processi sono caratterizzati da eventi unici, tutti i luoghi dove affiorano le testimonianze del passato biologico del nostro pianeta rappresentano affioramenti irripetibili, dove un segno nell’inerte roccia parla con il tempo della vita.
FOSSILI GUIDA
Ogni fossile racconta una storia legata alla specie alla quale appartiene, all’ambiente nel quale è vissuto ed a quello nel quale si è conservato. Tra le tante forme di vita susseguitesi nei tempi geologici, alcune risultano essere particolarmente utili per riconoscere, confrontare e datare tra loro i vari affioramenti e le diverse rocce, sempre con grande precisione: si tratta dei cosiddetti fossili guida. La loro principale caratteristica è quella di avere avuto un’ampia distribuzione geografica, abbinata ad una breve distribuzione temporale. I fossili guida sono quindi specie che dopo essere comparse, si sono rapidamente affermate, ampiamente diffuse e velocemente estinte. È chiaro che delle migliaia di forme di vita susseguitesi sul pianeta Terra e che hanno lasciato resti fossili, veramente poche sono quelle che possono definirsi tali.
Testi Museo in lingua inglese
Ground Floor: Geological Room; Botanical Room; Zoological Room.
First Floor: Archaeological Rooms. Palaeontology section.
Geological Room: being the first room of the Museo Del Fiume, it tells by means of the equilibrium profile of the river, how the Tiber, an extremely important modelling agent, transforms the area it flows through.
Botanical Room: starting from a 1000-time enlarged river water drop, visitors can plunge into the adjustments that terrestrial plants have used for colonising the space submerged by fresh waters.
Zoological Room: the itinerary deals with the problems and the adjustments which many animals, especially insects, have faced and solved for colonising the aquatic environment, one of these being breathing while under water. References to other themes are present, i.e. the relationship between preys and predators, the interaction between forms and functions, as well as biodiversity issues.
First Floor Room: Archaeological Rooms: The two archaeological rooms, even though still lacking some exhibits to show, deal with the life of the area from the first pre-Roman settlements to the Middle Ages. Recent findings of production scraps and Pre-historic tools, coming from the area of Campo Nazzano, will be inserted in the museum.
First Floor Rooms: Zoological Rooms: To reach the floors upstairs, visitors have to go up a spiral staircase flanked with different birds species, which are proofs of the different food levels thriving in the Nazzano Tevere-Farfa Nature Reserve. There, fish tanks and ornithological collections, situated in three different areas, show the delicate relationship between men and the river and the living beings which populate it.
Palaeontology Section: just inaugurated, it uses an ancient cavern built by men about 400 years ago to show the history of the recent geological past of the area. This cavern was dug in the cemented marine sands over which the museum building is placed. Native fossils are on display there.
Geological Room.
Identity Card of the Tiber
Latin name: Tiber. Italian name: Tevere. Source: “Le Vene” Monte Fumaiolo, Tosco-Emiliano Apennines, Emilia Romagna Region. Spring Height: 1,268 m above sea level. Real length of the main course: 405 km. Distance in straight line between the source and the mouth: 225 km. Main right tributaries: the Nestore, the fluvial system Chiani-Paglia and the Treia. Main left tributaries: Chiascio-Topino system, Salto-Turano-Velino-Nera system and the Aniene. Extension of the hydrographic basin: 17,156 km2. Average capacity in Rome: 225 m3/s. Place of arrival: Tyrrhenian Sea, Roman coastline, with a bi-winged delta mouth. Distinguishing marks: the Italian culture has risen and developed along its banks.
THE RIVER
A river originates from the collection of spring and rain waters, other than those deriving from melting glaciers and ice on a portion of terrestrial surface. A fluvial system is made up of a main river and its tributaries, i.e. waterways flowing into it. The catchment or hydrographic basin is the area collecting and conveying rain water towards the same main flow. This basin is delimited by the watershed line that connects the basin crests where the run-off waters are conveyed, thus separating the main basin from the adjacent ones. Inside the basin, the fluvial system or water grid, formed by the main watercourse and its tributaries, develops.
Traduzione di Fabi Alessia , Frisoni Giulia, Melone Ludovica, Ortenzi Michela, Tromboni Elisabetta – Classe 4 BS – Liceo Scientifico “Lorenzo Rocci” – Passo Corese
FLUVIAL MODELLING
The activity of a river, from its spring to its mouth, can be explained through three basic processes: erosion, transport and sedimentation. Erosion is a destructive process basically caused by such physical actions as abrasion or cavitation, or such a chemical one as dissolution. Erosion always follows a regressive evolution, thus progressively moving upstream. Transport is a process which includes dragging, saltation and sand and pebble rolling along the riverbed. Suspension occurs for thinner particles, whereas floating involves material which is lighter than water. All transported material makes up a river load, which is at its peak during floods. Even though rivers usually run at a speed of 1 to 3 km/h , they can collect and carry material already at 0.1 km/h. Deposition or sedimentation is the constructive process of a river modelling. It takes place along the whole river, but it is more effective where the stream power is inferior to the one which is necessary either to win the friction at the riverbed and at the banks or to transport material. For example, this happens: in the areas characterised by a marked decrease in the riverbed inclination; in the sections where a river flows into a lake or the sea; in the areas where the riverbed broadens reducing its speed; where a river crosses a dry area, thus consequently reducing its load. The subsided material is usually found in the shape of banks along the river bends or in the middle of the riverbed.
EQUILIBRIUM PROFILE
A topographic profile along the riverbed length gives the so-called bottom curve or longitudinal outline. The one referring to the River Tiber can be seen on this wall. The shape of this curve, which is concave upwards, depends on the geological and hydrological characteristics of the river course. It allows to identify the areas where erosion phenomena mainly take place as well as the ones where sedimentation processes prevail. Each water course tends to stabilise at an average condition of dynamic equilibrium, also known as equilibrium profile, a sort of compromise between erosion and sedimentation processes. Nevertheless, such a profile keeps evolving, since erosion causes a reduction upstream whereas sedimentation causes its lengthening downstream. The main restriction to the evolution of equilibrium profile is its base level, which for each river corresponds to the level of the river mouth in a sea or lake.
RIVER LANDSCAPE
The flow of a river, from spring to mouth, consists of various stages and typical landscapes which are the result of fluvial modelling. A very active vertical erosion takes place upstream (in mountain areas), at high potential and kinetic energy levels. So, the resulting valley is narrow and deep and has got a V-shape profile. If erosion is particularly rapid, the formation of gorges (deep narrow carvings with vertical walls) occurs. Erosion mostly develops horizontally rather than vertically in the central flow of a river (in piedmont areas). Here, the valley profile tends to have a wider V-shape and valley floors are broad with a hardly prominent slope. Downstream (in alluvial areas), the river drops off a lot of material and slowly flows along meanders through a virtually flat alluvial plain. A meander is characterised by a concave bank, where the river current causes erosion, and a convex bank, where sediments are deposited. As soon as a river flows into a lake or a sea, a more or less rapid deposit of suspended materials occurs. These sediments create a delta, a typical fan-shaped sedimentary deposit which resembles the Greek letter of the same name. In particular, a delta is formed when a river pours, at its mouth, an amount of material which is superior to the one tides, streams and waves manage to scatter. Delta sediments are made up of gravel, sand and clayey silt, which alternate in the sedimentation process, owing to the river flow rate.
Traduzione di Brugiotti Giulia, Macchini Elisa, Morandi Valentina, Palmieri Anastasia – Classe 3 AL – Liceo Linguistico “Lorenzo Rocci” – Passo Corese
WATER THROUGH ROCKS
Just a little amount of the rainwater touching the ground after a precipitation slowly leaks towards the subsoil and flows to the base level. Springs represent the outcrop points of these waters. Infiltration waters run through underground water routes, which are created by nature and rock layer tectonics. The capability of rocks to be percolated by waters, owing to their porosity, cracking, direction, immersion and the slope of layers, is fundamental for the movement of water towards the base level. These conditions cause the waters infiltrating into a particular hydrographic basin to rush down into other nearby basins, as the geological watersheds and the relative underground basin (named hydrogeological basin) don’t correspond to the surface one.
Botanic Room
CONQUERING WATER
Algae and several other organisms have not disappeared from the aquatic environment where life itself originated. Yet, the most evolved plants which are easily observed in seas, rivers and lakes today derive from terrestrial forms which have subsequently re-adapted to water. In fact, some aquatic plants have simplifications in the structure of their organs (trunks, roots, leaves, flowers), if compared to their terrestrial “relatives”. Fresh water plants, for instance, do not need any supporting tissues, as they are sustained by the water thrust; they have got neither reserve tissues for water nor such coatings as wax and hairs that prevent dehydration and are usually very evident in the plants living in arid climates. Plants living in an aquatic environment need to solve the problem of breathing. This is the reason why they have got hollow trunks and roots, which are endowed with an aerated tissue called aeriferous parenchyma. The latter allows gaseous exchanges among cells even under water. Besides, water plants also possess hydrodynamic submerged leaves designed to resist currents.
RIPARIAN WOOD
A riparian wood is made up of plants which thrive in environments characterised by abundant water. Nowadays, riparian woods are situated discontinuously along the Tiber and centuries-old ones can be considered as a rarity. The valley floor grounds where rivers and streams flow are so fertile that men have always deforested these areas, so as to cultivate them up to the river banks. Willows, poplars and alders easily grow together in riverbeds. Many of these trees have got great regenerative and dispersion capacity. The uprooted branches of willows and poplars, drifted by water, can give rise to new species as they rapidly grow roots. Huge amounts of small seeds, provided with hairs allowing them both to be carried by winds and to float in water, guarantee riparian wood trees the possibility of rapidly colonising new areas along the river.
Traduzione di Catricalà Martina, Fabriani Martina, Giannini Nicole, Miniucchi Asia – Classe 3 AL – Liceo Linguistico “Lorenzo Rocci” – Passo Corese
Zoological Room – Ground Floor
BREATHING Some animals directly take in the oxygen which is diluted in water to breathe, either through their body surface or through their gills, i.e. those specialised organs particularly evident in fish and amphibian larvae. In some water insects larval status oxygen goes through water into some small breathing channels via some special laminate expansions of their bodies. A lot of species, that have not got any organs to breathe in water, use some oxygen reserves to resist as long as possible underwater. Such mammals as river otters or nutrias keep the air directly inside their lungs; some invertebrates use bubbles which are periodically renewed; others, instead, are endowed with tubes or siphons connecting them to the water surface.
DRAGONFLIES Dragonflies are among the most typical representatives of river fauna. As for all insects, their life cycle is accomplished by passing through a series of larval stages which precede the adult one. Their aquatic larvae are skilled predators exploiting their ability to remain motionless and to mingle with the debris on the riverbed or with vegetation. Whenever a prey passes by, they quickly snap and get hold of it by means of a structure in the form of a gripper which is located in their mouthpart. Their staple diet consists of small crustaceans, larvae of other insects and tadpoles. Grown up larvae climb along the stems of water plants and emerge to the surface, where they wait to get rid of their larval cuticle in order to become adults. Dragonflies are powerful fliers which maintain their predatory eating habits by using their excellent sight to locate other insects and capture them while flying.
AMPHIBIANS AND INSECTS
Rivers are not just the realm of birds or fish, but plenty of invertebrates inhabit them. Other than many worms and molluscs, a relevant part of a river fauna is represented by insects. The most characteristic among them are those which literally change life during their metamorphosis. In fact, they live on the river bottom as larvae and outside water in their adult stage. The ephemera life cycle is very peculiar. During their long larval phase, which can be several years long, ephemeras are focussed on feeding, but in their adult stage [N. 1] they live a very short life, just long enough to reproduce. Their larvae body shape is more or less flat, depending on species thriving in rapid or slow waters.
The larvae of stoneflies usually eat debris and prefer well-oxygenated clean waters. Their adults [N. 3] are characterised by a great variety of eating habits. The most common characteristic of tricopthera larvae is to live in protective cases they themselves build with the most varied materials (small stones, vegetable debris, shells, etc.). Their adults [N. 4] cannot feed themselves, but they occasionally drink water or other liquids. As the tolerance rate of invertebrates to water pollution changes from species to species, these animals are used as bio-indicators: in fact, it is possible to determine the quality of waters and the wellness of river sections by analysing all the species of an area.
Traduzione di Moschetti Elisa, Oudrhiri Miriam Romina, Paganelli Francesca, Pizzoli Dalila – Classe 3 AL – Liceo Linguistico “Lorenzo Rocci” – Passo Corese
BIODIVERSITY
What is usually meant by biodiversity is the variety of life in an environment or in a certain area. The number of species living in a habitat is the easiest way of considering it. As each species presents a particular life strategy, other than playing a specific role in an environment, the number of species coexisting in an area depends on the possibility of carrying out different tasks. Among the many factors that can promote biodiversity, one of the most important is represented by the complexity of the environment itself. In fact, the greater the number of microenvironments is, the more likely it will be for species with particular needs and ecological roles to settle. Ecosystems with greater biodiversity show an evident vertical complexity: it is as if they were made up of layers that, when overlapping, would favour the presence of a high number of species. For example, the environmental conditions in the river greatly change from the riverbed upwards: there are organisms living in the river bottom [N.1], some swimming in the water mass, some living on the water surface [N.2], thus exploiting the surface tension [N.3], and some others even occupying the overlying air space.
PREYS AND PREDATORS
To grant the stability of a community of organisms, no being must overcome the others as a result of an uncontrolled demographic growth. The predatory phenomenon is thus of paramount importance, as the rate among the various species is kept constant by the balance between preys and predators. Even though this sounds strange, predation may also be beneficial for the preys themselves. In fact, if preys were left free to reproduce without any restriction, they would become so abundant as to exhaust their own provisions in very short time, thus starving of hunger for lack of food. Much of the feeding relationship among the animals in a river is a prey and predators interaction.
FOOD CHAIN
As machines can’t work without fuel, so the totality of organisms living in an environment survives thanks to energy transfer. Plants are the only species that can directly employ solar power for their basic needs, whereas animals must consume
food, which is nothing but energy trapped in the form of chemical bounds. This energy is subsequently released into the organism during digestion. Some animals, the so-called herbivorous, can feed themselves directly on plants; others, instead, going under the name of predators, have specialised in capturing and eating herbivorous; some others prey on predators. Even though some animals prey on those predators which feed on other predators, the number of links in a food chain isn’t never ending; on the contrary, this number is always quite restricted, because the real amount of energy really transferred at every step is always quite modest; consequently, the lowest links in the food chain are provided with scarce energy. As food represents an essential life resource, lots of organisms have adapted to exploit every eating chance. A very important role is played by decomposers, which eat the remains and the decomposed materials of other animals and plants, thus preventing their accumulation in the environment. Parasites, instead, use little amounts of energy by directly living off other organisms.
Traduzione di Di Mascolo Emiliano, Ragazzini Giorgio, Sorana Francesco, Tatu Samanta – Classe 4 AS – Liceo Scientifico “Lorenzo Rocci” – Passo Corese
FORM AND FUNCTION
There is always a limit to the number of species that can live together in the same area. In fact, when an environment starts becoming too crowded, phenomena of reciprocal rivalry, for example for food or just for space, are triggered. Feeding on different kinds of food is a way to attenuate the contrasts among species, which diversify their habits as much as possible. The necessity of specialising in particular feeding strategies is often at the basis of the variety of species which characterise the animal world. The different kinds of beaks in birds living near rivers and torrents reflect the different ways of obtaining food for the species. The kingfisher (Alcedo Atthis) [N. 1] jumps into the water to catch fish with its long sharp beak. The coot (Fulica Atra) [N. 2], that has a soft sensitive beak, explores slush looking for small invertebrates. The beak of mud-dwelling birds [N. 3], being thin and sharp, is used as a precision instrument for catching small animals beside the banks.
ZOOLOGICAL ROOM (FIRST FLOOR)
SINGING WITH THE RIVER
Lots of animal species communicate one another by singing. Sound emissions, especially used by birds, but also by lots of amphibians and insects, are mostly a characteristic trait of male animals. In fact, males basically chirp in order to try and attract females and to scare other males. Firstly, a birdsong gives information about the species emitting it, but it also gives lots of other information mostly concerning their health, predisposition to mate and to defend their area. Anurous amphibians, which are tailless in their adult stage as frogs, fire-bellied toads, toads [N. 1], noisemakers [N. 2-3], generate noises by blowing some air through their vocal cords and using some parts of their buccal cavities as sound-boxes. Sometimes, it can happen to hear a lot of overlapping croaks along the rivers. Although these noises can turn out to be very similar at a human ear, these various amphibians are perfectly able to recognise each other and to court the right partners.
AMPHIBIANS
Even though amphibians prefer ponds and lakes, a lot of them live in slow-paced canals and rivers, other than in the surrounding areas. Frogs are certainly the most iconic representatives of this species. Two main types of frogs are known: edible frogs [N. 3] and grass frogs [N. 4]. The former remain closely linked to water even in their adulthood, diving into it when in danger. The latter are more earth-bound, but return to water for reproduction. In fact, the larvae of amphibians need water to develop.
FISH
The physical and chemical characteristics of a river greatly change from its source to its mouth. Therefore, a considerable ecological diversification takes place along its flow, thus conditioning the type of organisms which can live in each tract. The stream speed considerably influences the form of swimming animals like fish. In fact, these animals must be able to move in such a thick medium as water. They must also oppose water strength and control their body orientation and direction. Such species characterised by a highly hydrodynamic shape as some Salmonids prefer the environments where the water flows quickly. Those species characterised by a less tapered body with more protruding fins, like Bleaks [N. 2], Barbels, Tenchs and Carps, can settle in downstream tracts where the water is slower. Beside body shape, evolution has rewarded any possible adaptation which might minimise the resistance to motion in water. The body of species living in quicker streams is usually covered with a thin layer of mucus limiting the turbulences which may occur because of the roughness and protrusions of their body surface. This is particularly evident in Trouts (Salmo trutta) [N.1]. The pollution caused by human activity has been heavily compromising the quality of river waters and deeply altering fish population. Beside some species that are directly damaged, others are affected by the imbalance in the number of the organisms they feed on.
Traduzione di Caramia Riccardo, Liguori Roberto, Coviello Luca, Di Carlo Osvaldo, Bellesia Martino – Classe 4 BS – Liceo Scientifico “Lorenzo Rocci” – Passo Corese
REPTILES
Obviously, no alligators or crocodiles live in Italy, but even in our territory some reptiles can be found, especially in slow-flowing rivers and other water environments. The ring-snake (Natrix Natrix) is one of the snakes which can be seen more frequently while swimming in search for preys. Unlike land tortoises, pond turtles (Emys orbicularis) are generally carnivorous and attack a wide variety of aquatic animals.
Archaeological Rooms
Another little section, the Archaeological one, introduces and witnesses the main historical phases of the settlement in this area. It also presents the events that gave birth to the village of Nazzano, going back to the most important phases of human settlements from Prehistory to the Middle Ages in the Tiber Middle Valley.
Paleontology Room
THE FOSSILS OF NAZZANO
Nazzano, like many of the villages overlooking the Tiber Valley, presents interesting fossiliferous outcrops in its area. In most cases, fossils belong to both big and small coastal marine organisms, ranging from 10 centimetres to a few millimetres, living right here when the area was still submerged by the sea. Although the sea is far away from here nowadays, evidence of its presence is frequent and easily noticeable.
In fact, the remains of the shells of big filter-feeding bivalve molluscs as oysters, which belong to the genus Ostrea, can be found in the areas where marine sand is visible, thanks to river and wind erosion. In this ancient cave, as in many others dug by men in this area, the sand reveals treasures which have been hidden for ages.
WHAT IS A FOSSIL?
A fossil is any remain or the impression of any organism dating back to past geological ages and preserved because embedded in sedimentary rocks. The long complex transformations allowing an organism to fossilise after death are known under the name of fossilisation processes, such as mineralisation, inclusion and encrustation. As fossilisation processes are very often extraordinary events, all the places witnessing the biological past of our planet with inert rocks speaking about life in time can be considered as unique outcrops.
INDEX FOSSILS
Every fossil tells a story linked to the species it belongs to and to the environment it lived and was preserved in. Among the many forms of life following one another in geological ages, there are some called index fossils. They are particularly helpful to identify, to correlate and to date various outcrops and different rocks with great precision. The main feature of index fossils is their broad geographical distribution, combined with a short temporal one. Index fossils are species that after appearing quickly asserted themselves, widely spread and rapidly became extinct. It is clear that among the thousands of forms of life following one another on the Earth and leaving fossil remains, those that can be called index fossils are really few.
Traduzione di Cecchini Sara Nicole, De Lio Christian – Classe 3 AL – Liceo Linguistico “Lorenzo Rocci” – De Iuliis Iula Paula – Classe 4 AC – Liceo Classico “Lorenzo Rocci” – Passo Corese
Le traduzioni sono state revisionate e corrette dai Tutor Interni, Proff. Paolo Fusi e Ignazio Guarrato, Docenti di Lingua e Cultura Inglese presso il Liceo “Lorenzo Rocci” di Fara in Sabina.